Il Percorso di un Cavaliere Templare Sentirsi e operare da Cavaliere Templare è una libera scelta, oggi il Templarismo è uno stato interno dell'anima, è la decisione ponderata e accettata di vivere la propria vita in funzione di certe regole di tipo ortodosso che ci sono state tramandate da un'Ordine che è sopravvissuto nei secoli a glorie e persecuzioni feroci, è una libera scelta che fa di un individuo un Uomo che sente il bisogno di avvicinarsi verso il Padre, spogliandosi di tutti quegli orpelli che possano intracciare il suo cammino verso la purificazione di se stesso.
Per far ciò è necessario comprendere le scienze esoteriche ed addentrarsi nei misteri che governano e dirigono i destini dell'Uomo cosmico.
L'alchimia potrebbe essere una di queste strade che è necessario percorrere per sviluppare in associazione in uno stesso processo una cosmologia e una spiritualità attive: la trasformazione della coscienza dell'adepto nei suoi rapporti con le forze dell'universo è unita a una pratica concreta mediante la quale l'alchimista cerca di realizzare nel regno della natura, ma perfezionandolo, il processo di putrefazione e di rigenerazione che accompagna la vita stessa.
La Grande Opera (Magnum Opus ) alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale.
Esiste dunque una alchimia intellettuale, morale, sociale, fisiologica, astrale, animale, vegetale, ed altro ancora.
Ma l'alchimia spirituale resta il modello, la chiave la ragione delle altre.
La Grande Opera fisica e la Grande Opera Mistica sono analoghe, ma nient'affatto identiche.
Aver realizzato la seconda vuol dire realizzare sovranamente la prima, aver realizzato la prima vuol dire sapere quale cammino può condurre alla realizzazione della seconda,ma non significa necessariamente aver percorso quel cammino.
E’ una differenza che ha un'importanza capitale, infatti questa differenza consiste nel dare, nella pratica alchemica, la priorità alla rigenerazione spirituale (ergon) in quanto chiave della trasmutazione dei metalli (parergon).
Ancora questa differenza e ciò che permette di distinguere l'alchimia , da , tutte le pratiche metallurgiche, spargiriche, alchimiche, anch'esse note fin dalla più remota antichità, ma operanti su minerali o piante senza tener conto di tutta la dimensione esoterica o sacra proprio dell'alchimia.
L'alchimia è, innanzi tutto, un'arte divina, ed è errato supporre che è un'antenata della chimica.Fulcanelli, maestro esoterico del XIX secolo, dimostra che la vera antenata della chimica è l'antica spagirica, e non la scienza ermetica stessa.Nell'alchimia il sacro ha un ruolo preponderante, che può essere rilevato o trasmesso solo in linguaggio in codice: l'alchimia è una scienza gaia, non un insieme di ricette empiricamente definite.L'alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto.
Questo segreto è velato da una terminologia che dissimula i suoi oggetti dietro concetti provenienti da vari registri simbolici di cui deve essere di volta in volta determinata la corrispondenza.
L'alchimia è dunque a questo titolo una cabala ermetica fornita di quella che gli antichi chiamavano la lengua general (universale) perchè cela un duplice significato corrispondente a una duplice scienza, l'una manifesta, l'altra profonda.
Scienza esoterica, scienza simbolica che è più vicina alla storia delle religioni che alla chimica, l'alchimia pone come pietra angolare la questione della materia da cui conviene iniziare l'Opera.
Il successo dell'impresa sta potenzialmente nella scoperta di questo primo segreto della natura, di questa Materia dalle molteplici denominazioni.
La difficoltà interpetrativa deriva dal fatto che la Materia dell'Opera ha tanto il valore di un principio cosmologico quanto quello di un materiale specifico.
Per compiere la Grande Opera il drago deve, innanzi tutto, morire, la prima operazione è quella della morte di uno stato chimico per soluzione o liquefazione.
Dopo la triturazione, la triturazione della materia, l'Opera Nera (Nitrendo), viene l'Albendo o Opera Bianca.Essa comincia con un processo di sublimazione, per mezzo del quale, sotto il segno di Giove, l'anima del corpo, la terra in cui essa si trovava, si è trasformata nella fiala in acqua e aria.L'Uovo filosofico, il globo di cristallo ermeticamente chiuso, viene rinchiuso nell'athanor, il fornello che l'alchimista usa per una combustione lenta e controllata.
Quest'uovo è al tempo stesso il simbolo dell'Uovo del Mondo, in cui tutto si separa pazientemente, in modo immanente e segreto.
Continuando a riscaldare durante la fase lunare, si porta a compimento la colorazione bianca.
Il Mercurio una volta sublimato, appare di una colorazione bianca di un biancore puro come la neve di alta montagna, dotato di uno splendore cristallino.è la realizzazione del 'magistero minore, dell'elisir di lunga vita dalle proprietà medicinali della rigenerazione cellulare:viene chiamato anche l'oro potabile, la panacea.è l'opera di resurrezione che ha dato origine a molteplici allegorie, virginali, incestuose perfino, laddove il figlio deve fecondare la madre che lo ha generato: denominate acque mercuriali, tutte significa che sono state ottenute con un moto ascensionale (liquefazione, sublimazione, purificazione); il grande magistero, l'altro moto discendente (Venere - Marte - Sole) avrà ora inizio, e con esso l'incarnazione dello spirito.Vi sono ulteriori fasi che sarebbe lungo descrivere e tediose per il profano, infine la fase Solare vede la comparsa del colore rosso, la rubificazione avviene dopo che la pietra cuocendo è passata attraverso tutti i colori dell'iride.
La proiezione di una piccola quantità di questa polvere basta allora a trasmutare il corpo vile in oro.
Il riassunto delle principali tappe non può essere che simbolico, come simbolica è la maggior parte delle indicazioni date dagli alchimisti.
L'alchimia è fra le scienze esoteriche quella che ha maggiormente conservato il suo carattere ermetico: in primo luogo nel senso storico del termine, perchè essa è sotto la protezione di Ermete Trismegisto, il personaggio leggendario greco, corrispondente all'egiziano Toth la cui dottrina sacra è riassunta nella Tavoletta di Smeraldo;in secondo luogo nel senso della specificità e della difficoltà propria dell'interpetrazione dei suoi concetti, a causa del carattere altamente iniziatico dell'Opera: l'unione di Cielo e Terra, la materializzazione soggettiva e oggettiva dello spirito e la sottilizzazione della materia.Il caduceo, riferito sempre a Ermete (Mercurio), sintetizza la Scienza Sacra, ciò spiega la sua costante presenza nelle correnti esoteriche di tutte le religioni, se ne trova la rappresentazione sulla coppa del re Lagash, del 2600 a.c., sulle tavolette di pietre indiane nagakals.Esso costituisce al tempo stesso un simbolo vivente e una struttura universale, è la chiave che permette di decifrare il senso delle corrispondenze tra cielo, mondo e uomo.
Possedere il caduceo è possedere la bacchetta magica e aver compiuto la Grande Opera.
Non si può supporre di entrare nella scienza esoterica se non si studia la cabala.La cabala è in primo luogo l'esoterismo del pensiero e della religione ebraica.
Il carattere orale di tale tradizione fissa sia la modalità sia la natura della trasmissione.La cabala realizza in se stessa, e da sempre, la coincidentia oppositorum dei due mondi, quello della rivelazione e quello della profezia.
E' per questo che essa ha potuto al tempo stesso confortare gli ambienti cabalistici conservatori o tradizionalisti, e confermare la concezione cristiana dell'alleanza tra Antico e Nuovo Testamento, offrendo agli esoteristi cristiani la chiave per decifrarla.La teofania, la sua antropologia e la sua cosmologia, fanno da supporto teorico all'insieme delle scienze occulte, rivelando in tal modo tutta la sua portata pratica.
Attraverso l'universalizzazione del campo d'indagine, è stata confermata la sua vocazione primaria di ermeneutica delle manifestazioni simboliche del Sacro.
La sua prossima forma potrebbe allora coincidere con la dimostrazione del suo potere nella vita.
Non ci si può definire esoterici se non si prendono anche in considerazione i Chakra che sono i centri di energia psichica e cosmica presenti nel corpo umano.
Il risveglio duraturo dei Chakra consiste in una risalita cosciente e volontaria di Kundalini dalla base della colonna vertebrale al sommo della testa, al momento del suo passaggio in ciascuno di tali centri, vengono liberati i poteri specifici dell'essere umano.
L'obbiettivo ultimo del risveglio dei Cakra si distingue dunque dall'idea riduttiva di uno sviluppo personale.
Si tratta del risveglio di un potere universale, creatore delle forme, attraverso cui la coscienza finita si trasforma nel Sè trascendente.Il corpo è così abituato, vivificato, nimato, trasmutato, ma non negato o martirizzato.
Si segnala quindi l'esistenza di una filosofia esoterica del corpo, di un corpo di luce,di un corpo glorioso e in tale prospettiva il corpo non è riducibile a un insieme di funzioni o di organi.
La morte, non è un fatto ma uno stato, differente da quello della vita.
E' lo stato di metamorfosi della crisalide che precede il volo della farfalla, la morte è morte al mondo ma libera l'Uomo dell'impaccio del corpo.
Gli insegnamenti esoterici pongono la morte in un rapporto dialettico con la vita.
Il discorso sulla morte è dunque una trasposizione linguistica di quello sulle forme della vita.
Il fondamento della dialettica esoterica della vita e della morte và nondimeno al di là della somiglianza delle immagini, rivelando che il problema della morte, legato a quello della vita, equivale al problema stesso del mondo e dell'uomo.
E' l'esperienza della morte che rende intelligibile l'idea di spirito e di esseri spirituali, in essa si gioca un'altra figura del senso, quella della decomposizione che favorisce la germinazione.
La fenice rinasce dalle proprie ceneri, come la pietra filosofale presuppone la coincidentia oppositorum.
Per l'antropologia iniziatica la morte resta il modello di qualsiasi itinerario delle risalite e delle redenzioni.Il principio esoterico della morte non stabilisce i propri principi su una credenza, esso è un pensiero della contraddizione, che sancisce l'unità dei due contrari.Nasce così dalle immagini, dalle idee e dalle esperienze relative alla morte tutta una nuova epistemologia della contraddizione, di cui non possono fare a meno nè la pratica aleatoria di uno spiritismo selvaggio, nè un'indagine parapsicologica che voglia procedere a una revisione di categorie logiche che sono inadatte a questo livello di intelligibilità dell'uomo e del mondo.
Abbiamo parlato sinteticamente della morte, ma ci chiediamo essa è una fine o un principio, ogn'uno di noi cerca le sue risposte nella fede che sceglie, ma siamo certi, che in qualunque parte uno si giri, il fine ultimo sarà sempre lo stesso, resta il fatto che in tutte le le cose la soluzione e’ semplice e si potrebbe toccare con mano,se le nostre menti contorte,non venissero deviate da ragionamenti distorti.
La reincarnazione e’ una delle chiavi della filosofia esoterica,rivela l’intelligibilita’ del mondo e dell’esistenza,che essa fonda cosi’ sulla relazione di causa ed effetto delle azioni in grado di continuare a sussistere da una vita all’altra.
Essa non e’ oggetto di credenza,ma un’ipotesi di lavoro,tale da orientare il pensiero verso un’interpetrazione nel senso degli avvenimenti e della logica del loro concatenamento.
L’azione del soggetto si trova cosi’ illuminata e integrata in un mondo di analogie e di simboli,in definitiva in un cosmo.
La spiritualita’ sottesa alla reincarnazione,li motiva,informandoli del significato ultimo del cammino e degli ideali dell’umanita’.
Non possono esistere liberazioni e perfezionamento spirituale senza una parallela realizzazione collettiva e quindi politica di una fratellanza umana.
E’ cosi’ che la reincarnazione acquista in pieno il suo senso : essa e’ al tempo stesso una chiave che apre al pensiero i misteri dell’intelligibilita’ del mondo e la legge della giustizia propria dell’azione,poiche’ le diverse concezioni relative fanno sempre dell’Uomo la causa e l’effetto del suo Karma,delle azioni da lui compiute nel corso delle sue esistenze.
Non possono esserci osservanze ortodosse se non si rispettano le regole della Tradizione.
La Tradizione implica la trasmissione di un sapere e il carattere fondante di tale sapere per quanto riguarda gli sviluppi di una cultura, di una religione, di una iniziazione.
La Tradizione è il campo esoterico dell'emergere del contenuto dottrinale di una civiltà e pensiero operativo per l'interpretazione della storia.
La Tradizione fa da riferimento all'ermeneutica e da supporto all'iniziazione.
In quanto campo dei simboli e di strutture dell'antropologia, della teogonia e della cosmologia, essa è la fonte di tutte le positività storiche.
La Tradizione esoterica articola dunque la storia e il simbolismo, chiarendo questo con quella.
La Tradizione dunque può apparire come una dottrina dogmatica o come una griglia suscettibile di perfezionamento, come un sistema da decodificare.
La Tradizione ha dunque radici profonde nei piani sottili dell'essere, essa fa intravedere innumerevoli vie e si offre a noi sotto i profili dell'Amore, della Saggezza e della Verità.
Non può esistere un'Ordine se non si identifica nella Tradizione dell'esperienza dei propri saggi, dei propri iniziati e dei propri Maestri.
Prima di addentrarci oltre è necessario effettuare un salto indietro nel tempo e parlare di una pietra miliare che fa dei Cavalieri Templari il fulcro di tutte le scienze esoteriche.
Questo manufatto, di cui ora parleremo, racchiude in se tutto il simbolismo dei Cavalieri Templari, esso è un'enciclopedia in pietra, monumento all'esoterismo che ha tramandato fino a noi tutto quanto i primi nove cavalieri avevano scoperto in Terra Santa.
Questa opera di altissimo valore architettonico, storico ed esoterico è La Cappella di Rosslyn che si trova in Scozia nei pressi del paese di Roslin distante 16 Km. da Edimburgo.
Già il suo nome è indice di ciò che ci si vuol tramandare, infatti il toponimo tradotto dal gaelico significa: "Antico sapere tramandato di generazione in generazione" e ciò è molto significativo per gli addetti ai lavori.
Detta Cappella venne fatta costruire dal conte WILLIAM SAINT CLAIR tra il 1446 e il 1450 in soli 4 anni.
Il conte era un discendente di Sir Henry Saint Clair che partecipò alla prima crociata (era uno dei nove cavalieri) nel 1100 assieme ad Ugo de Payns, fondatore dell'Ordine dei Templari, il quale nel 1101 sposò Cateherine Di Saint Claire.
Sulla Cappella di Rosslyn sono stati effettuati vari studi e ricerche i cui esiti si basano su varie ipotesi, tra le quali suscitano particolare interesse quelle che si rilevano da due pubblicazioni: La Chiave di Hiram e il Secondo Messia scritti dai fratelli massoni Crhistopher Khight e Robert Lomas.
I due Fratelli studiosi sostengono che nelle fondamenta della Cappella di Rosslyn sono nascosti alcuni manoscritti , della comunità di Qmran, riguardante la dottrina cristiana.
La pianta della Cappella di Rosslyn corrisponde a quella del Tempio di Erode realizzato al tempo di Gesù Cristo sul Monte Moria nella città di Gerusalemme laddove, 3000 anni prima, venne costruito il tempio di Salomone.
L'atrio della Cappella è ornato da 14 colonne, due delle quali hanno la stessa collocazione delle colonne principali Boaz e Jachim del tempio di Erode, mentre la struttura sovrastante il pianterreno riporta una rappresentazione della "Gerusalemme Celeste".
Tale disegno proviene dalle volte del Tempio di Erode e venne portato alla luce, nel corso degli scavi archeologici intrapresi intorno al 1119 da Ugo di Payns e altri otto templari, con alcuni manoscritti segreti della comunità di Qmran.
I documenti portati nella città natale da Geoffrey di Saint-Omer (braccio destro di Ugo di Payns) furono in parte decifrati da un anziano religioso di nome Lambert di Saint-Omer.
L'erudito decifrò una parte degli scritti, poichè morendo nel 1121 non riuscì a portare a termine l'incarico.
Lambert riuscì a copiare,tra le altre cose, la raffigurazione della "Gerusalemme Celeste" che riporta oltre alle due colonne altri simboli massonici quale la squadra e il compasso.
Nella copia del disegno Lambert indicò col nome di Giacobbe le due colonne e con l'appellativo di Sion l'arco.
Sotto le colonne gemelle vi sono tre squadre ciascuna sormontata da un compasso, la posizione in cui si trovano le tre squadre rispetto alle due colonne, ovvero in basso a queste ultime, sarebbe a significare che dopo la scomparsa di Gesù, fu Giacomo il capo della chiesa di Gerusalemme e non Pietro.Gli elementi decorativi che si riscontrano all'interno e all'esterno rappresentano simboli connessi all'esoterismo massonico, oltre ad altri elementi che ci fanno dubitare, sull'antecedenza dei fatti, che i Cavalieri Templari conoscessero le terre americane prima del 1492.
Infatti, sulle altre due colonne delle 14 menzionate, risultano scolpite pannocchie di mais e foglie di aloe, piante di origine americana sconosciute al tempo della costruzione della Cappella che data tra i dieci e i venti anni prima della scoperta dell'America.
Questo fa supporre che un gruppo di Cavalieri Templari, per sfuggire alla persecuzione da parte della Chiesa e da Filippo il Bello, con una flotta avrebbe raggiunto attraverso il Nord-Ovest la Nuova Scozia (Canada) nel 1398 stabilendo il nuovo presidio nel Castello di New Poss a 23 miglia dalla costa di Oak Island dove si ritiene siano nascoste altre verità scoperte dai Templari.
In detta cappella sono sepolti Sir Henry St.Claire e il conte William St.Claire, nonno e nipote.
Le pietre e le sculture della Cappella nascondono un antico sapere, forse anche un tesoro.Di sicuro la Cappella nasconde mille richiami a riti di culti babilonesi ed egiziani, riferimenti celtici e scandinavi, mistica ebraica e cristiana.
La prima cosa che si nota come simbolismo di gran pregio è la "Colonna dell'Apprendista", qui vediamo la più bella e raffinata raffigurazione dell'Albero della Vita della tradizione biblica, raffigurazione integrata da alcuni riferimenti pagani come i draghi (figure sconosciute dalla mitologia ebraico-cristiana) posti alla base.
Dalle fauci fuoriescono viti rampicanti che si estendono per tutta la lunghezza della colonna.
Alcuni vedono in questo un legame con la mitologia nordica, secondo la quale un drago rosicchia le radici dello Yggdrasil, il grande albero cosmico che sostiene l'Universo.
Alcune teorie, inoltre, suggeriscono che questa colonna possa contenere uno scrigno di piombo in cui è nascosta la leggendaria coppa usata da Gesù in occasione dell'Ultima Cena e successivamente usata per raccogliere il suo sangue, il Santo Graal.
Questa colonna è anche importante perchè sembra legare, già dal proprio nome il mito fondatore della Massoneria, con i Templari e con il mito della Cappella stessa.
Il soffitto della Cappella è ricco di riproduzione di stelle, gigli e rose.
Le stelle e le rose tradizionalmente facevano parte della decorazione dei templi dedicati alla dea babilonese Ishtar e a suo figlio che risorge, Tammuz.I gigli invece erano scolpiti sopra le due colonne di Boaz e Jachim nel tempio di Gerusalemme.
Al centro della navata, a metà tra la quarta colonna di destra e di sinistra, starebbe il centro di una ideale stella a sei punte, un punto che nel tempio originario corrispondeva al punto in cui era custodita l'Arca dell'Alleanza.
Gli Odierni Cavalieri Templari vantano un fatto indiscutibile, le tracce di una presenza templare posteriore al 1314 in Scozia e nei dintorni di Rosslyn, nonchè la presenza in maniera massiccia dell'emblema delle croci templari.
Tutti gli studi esoterici, tendenti all'elevazione spirituale dell'Uomo, portano ad un unico e solo risultato, poiché tendono a convergere verso un unico epicentro, che è il punto d'incontro e la conclusione ultima di tutte le sperimentazioni e le speculazioni del pensiero.
Quando l'Uomo avrà raggiunto tale punto avrà completato la "Grande Opera" e sarà Maestro di se stesso poiché siederà alla destra del Padre.
Noi ora continueremo questo breve cammino speculativo per cercare di far comprendere gli ultimi punti essenziali di questo nostro sintetico e poco sviscerato viaggio esoterico.Ogni persona che si accinge a intraprendere le vie esoteriche sappia che sono vie difficili, perigliose, lunghe, pieni di insidie nonché faticose, e la maggior parte delle volte il traguardo non viene raggiunto, poiché lungo il cammino è sola con se stessa e nessuno è in grado di aiutarla.
Proseguendo il nostro cammino esoterico non possiamo ignorare gli argomenti che seguiranno che saranno propedeutici per coloro i quali vorranno accostarsi alla vita di Cavaliere Templare secondo la Tradizione.
Tutto ciò che vive si evolve, a ritmo diverso, il che definisce e delimita i campi o i regni propri della natura, pur non escludendo la ricerca di un perfezionamento continuo.
Ciò che non si evolve ristagna e finisce per regredire e scomparire.
E' accaduto nell'esoterismo, agli esseri che, non avendo sviluppato le nuove facoltà simboleggiate dalle nuove razze, rappresentano le ultime tracce dell'umanità degli anni passati.
Sono tali i popoli arcaici, che l'assenza di storia e tradizioni predispone non già alla felicità, ma a un ripiegamento, se non addirittura a una crudele liquidazione.
Anche se lo spirito trasforma la materia, ci vuole sempre una materia, un condensato dello spirito, che si riconosce come tale, al punto di essere sublimata dal fuoco interiore.
Se l'involuzione precede l'evoluzione nella prospettiva a venire di una eternità ritrovata ma magnificata, si deve quindi dire che la legge cosmologica dell'articolazione dell'involuzione dello spirito e dell'evoluzione delle forme definirà gli obbiettivi della risalita spirituale, al prezzo però di una inversione che rivela al tempo stesso l'identità delle strutture dall'alto in basso, la somiglianza di Dio e dell'Uomo e la loro differenza.Perché se "ciò che è in alto è come ciò che in basso", come ci dice la Tavoletta di Smeraldo, l'analogia riguarda i loro rapporti ed esclude l'identità.
L'Uomo appare come un individuo fatto di polvere accompagnato da una Donna, il quale dopo l'esperienza del frutto proibito, come dice la Bibbia, apre gli occhi.
La differenza tra principio e particolarità da come risultato l'involuzione, che con la reintegrazione diventa il campo da restringere.
L'evoluzione consiste quindi in una inversione delle prospettive involutive, nella spiritualizzazione della materia, nella sua trasfigurazione in un corpo di gloria, quello di tutte le fisiologie sottili che accompagnano i mistici della rinascita spirituale, la seconda nascita, dall'acqua e dallo spirito, quella dei resuscitati in vita, che possiedono un corpo di diamante.
L'evoluzione, lungi dall'essere lineare, conosce dunque crisi e mutazioni, in ogni ritorno ciclico di una storia che spezza la circolarità dei ritorni stessi per dare origine a possibilità nuove di nozze mistiche dell'Uomo e del Sacro.
Tutto ciò mostra anche l'esistenza di un duplice rapporto, nell'esoterismo, tra l'Uomo e l'evoluzione.
Un rapporto creativo in seguito, iniziatico, quello dei Maestri, che liberi da ogni preoccupazione per la loro evoluzione personale, partecipano al consiglio degli dei, per orientare il cammino dell'umanità.Ora accenneremo all'iniziazione che è al contempo un'inizio e una fine: colui che viene iniziato si è elevato ad un altro livello di coscienza e di percezione che è il germe di tutti gli sviluppi futuri.
L'iniziazione si ottiene tramite un Maestro.
L'iniziazione è un dono, si ricollega alla rivelazione, con la differenza che riguarda in primo luogo una data persona, un adepto.
E come dire che ciò a cui il discepolo viene iniziato lo riguarda personalmente; ma la dottrina trasmessa, il mistero svelato, rivelano al tempo stesso l'universalità del messaggio e il potere di chiave per il singolo adepto.
Attraverso l'iniziazione, la coscienza sulla via della rigenerazione si riappropria del sapere, il quale cessa di essere una questione di opinione, per assurgere ad esperienza dei rapporti tra il Sè, il Sacro ed il mondo; la coscienza fa sua la chiave che rivela rispettivamente l'anima e lo spirito, nella loro infinita e eternità.Iniziazione vuol dire inaugurare un nuovo modo di essere, nuova nascita, quella vera, perchè nascita a se stessi.
Sta all'adepto dar ragione al suo genitore spirituale, cioè essere in saggezza, giustificando il dono della vita che ha fatto di lui una creatura nuova.
Come si nasce fisicamente in una famiglia, così l'iniziazione viene al mondo, un mondo angelico e divino, all'interno di una scuola spirituale, di una congregazione, di un'associazione, di una loggia, una fraternità.
Simultaneamente si pone il delicato problema dei criteri delle iniziazioni e degli iniziatori, e quello del carattere tradizionale dell'iniziazione dell'esoterismo.
Simili problemi si pongono a colui che si ritira dal mondo, colui per cui l'azione stessa proviene dal livello simbolico che lega la coscienza al suo destino.
Il senso dà priorità all'azione.
Qualsiasi pratica centrata sulla decifrazione dei simboli, sulle ermeneutiche contemporanee dall'esegesi alla psicoanalisi, riceve parte del suo potere dal rapporto con la sua funzione iniziatica, anche qualora essa lo negasse, o apparisse agli occhi degli esoteristi come una controindicazione.
Nell'iniziazione esiste una maieutica simile ad un trasfert spirituale: i lunghi silenzi della ricerca, le sue notti oscure, i suoi dialoghi interiori, fanno dell'iniziazione un travaglio, che ha come meta il risveglio.
Dato che l'iniziazione implica superamento, ma anche apertura, la questione del Maestro che permette tali aperture, e spesso impone, se non propone, gli ostacoli da superare, sorge dal momento stesso in cui l'adepto deve offrire la sua fiducia per affinare il suo discernimento.I tre criteri abituali dell'iniziazione, la qualificazione del discepolo, la catena dei Maestri e la presenza dei riti, devono essere estesi, nel senso che non devono escludere i candidati alla evoluzione e neppure immobilizzare il rinnovamento delle forme di trasmissione del Sacro.
Anche se è un risveglio, una rivelazione, l'iniziazione associa due poli di una relazione e il discepolo come il Maestro sono impegnati in un processo che sollecita lavoro dall'uno e contributi dall'altro.
La ricerca del Sè, la decifrazione delle lingue simboliche, la pratica dei riti saranno sempre più integrati alla nostra vita quotidiana, restituita alla sua vocazione primaria, quella di riflesso dell'Altissimo, che una conversione dello sguardo sembra poter ricollegare in coscienza all'Albero della Vita.
Non si potrà esaurire sinteticamente il discorso sull'iniziazione se non si parla del Telesma e dei Maestri.
Il Telesma è, secondo la Tavoletta di Smeraldo, la forza forte di tutte le forze.
E' la quintessenza presente ovunque nell'Universo, che vivifica e giustifica le analogie tra i mondi.
Se ciò che è basso è come ciò che è in alto e ciò che in alto è come ciò che in basso, è perché tutto proviene dall'Uno, per adattamento.
Il Telesma riveste così una tripla dimensione: teofania, antropologica, e cosmologica, come dichiara la triplice affermazione della sua veridicità: "è vero, senza menzogna, autentico".In quanto principio spirituale o divino, il Telesma è la vita del Figlio: simboleggia al tempo stesso la luce del mondo, il verbo, il cammino, la verità e la via.
La conoscenza del Telesma esige simultaneamente la sua ricerca pratica, quindi una triplice iniziazione, a immagine di colui che è diventato tre volte Maestro.
La separazione del sottile dallo spesso e la coagulazione del volatile si fondano sull'esistenza di due processi che accompagnano la genesi dei mondi : involuzione e condensazione dello spirito, evoluzione e spiritualizzazione della materia.
Il Telesma è quindi la chiave dell'Universo, i simboli sono dunque carichi della stessa funzione sintetica, unitaria: il serpente che morde la coda, l'uroboro, il Caduceo di Ermete, il cerchio e il punto operazione del sole, la bacchetta magica.
Si tratta di strutture che rivelano la presenza del Telesma a tutti i livelli della manifestazione dell'uomo, del mondo e del sacro.
Il Telesma è anche presente nel drago e in tutto il bestiario ermeneutico che è la storia occulta delle sue metamorfosi, secondo i momenti dell'opera spirituale e fisica in cui la coscienza dell'adepto è riuscita ad identificarlo.
Tutti gli insegnamenti esoterici insistono sull'impronta del Maestro per la disciplina, eppure subordinano strettamente l'evoluzione spirituale del discepolo alla sua iniziativa, alla sua pratica, ai suoi sforzi quale che possa essere per il resto l'azione esercitata su di lui dal Maestro.
Da qui la reale necessità di un Maestro, unita a quella dei criteri della sua identificazione per il discepolo e da parte del discepolo.
E' quindi necessario che il discepolo sia già l'iniziato in potenza che va in cerca del proprio Maestro, se lo riconosce come tale.
La determinazione di concetto di Maestro consiste nella padronanza di se, un requisito necessario per qualsiasi azione cosmica dell'iniziato.
Il Maestro è un essere che è riuscito a controllare, a dominare i suoi pensieri, i suoi sentimenti e i suoi atti…
Dominare i propri pensieri, i propri sentimenti, i propri atti presuppone una metodica, una disciplina speciale, un sapere profondo in relazione alla struttura dell'essere umano, alle forze che circolano in lui, alle corrispondenze esistenti tra tutto il suo essere e i vari domini della natura.
Essere Maestro presuppone la conoscenza delle entità del mondo invisibile e della struttura dell'Universo intero.
La vita del Maestro è infine trasmutazione permanente del profano in sacro: teofania in atto e costantemente rinnovata.
E' per tale ragione che l'opera dei Maestri è un lavoro di creazione spirituale, che presuppone il risveglio e la padronanza della coscienza superiore di sé, la capacità di decifrare il linguaggio simbolico della natura vivente e l'armonia permanente con il Tutto, per questo il Maestro è l'unità di una collettività.
Così la qualità di Maestro proviene dalla natura trasmutata di colui che ha compiuto la Grande Opera sotto diverse forme, non dalla sua attribuzione da parte del discepolo.
Per concludere questa breve dissertazione esoterica accenneremo al Sacro Graal e alle nostre conclusioni su di esso.
Il senso del Graal non si riduce tuttavia alle sue tradizionali interpretazioni.
Noi non ci accingeremo a cercare il Graal nel mondo e nelle pieghe della storia, nè tanto meno ci soffermeremo alle sue svariate forme simboliche, per noi Odierni Cavalieri Templari, a conclusione delle nostre conoscenze, esso è dappertutto, vi è sempre stato e vi sarà sempre.
Il Graal è il punto di incontro di tutte le iniziazioni, di tutte le tradizioni.
Il vero Graal non ha una esistenza materiale, è un segreto che ha che fare con la vita eterna dell'anima…
E' il segreto della comunicazione con lo spirito divino e di conseguenza della liberazione della terra.
Il Graal è la culla di incubazione dell'Uovo Cosmico, è l'eterno femminino ed è per questo che trovasi in mezzo a noi quotidianamente, è un segreto tanto palese che nessuno è in grado di cogliere.
Esso consente che il moto perpetuo della discesa del Padre e la risalita del Figlio, nel ciclo di purificazione si perpetui all'infinito, per questo la natura maschile è raffigurata da un triangolo con la punta in alto sovrapposto alla natura femminile raffigurata da un triangolo con la punta in basso, ottenendo così la figura della stella a sei punte famosamente nota come il "Sigillo di Salomone".
Il Graal non cesserà mai di essere cercato, perché apre la storia umana alla teofania.
Il Graal quindi è il sigillo del nostro presente, la chiave ermeneutica del nostro futuro.
Per concludere diciamo che noi non abbiamo avuto la più larvata intenzione di insegnare alcunchè, abbiamo solo espresso i nostri sintetici pensieri e le nostre linee in cui intendiamo mantenerci per effettuare il nostro cammino esoterico di Odierni Cavalieri Templari.
I discepoli o chi intende intraprendere questo cammino esoterico potrà ricevere soltanto da noi generici indirizzi o suggerimenti, la libera scelta e il loro libero arbitrio nonché la loro maturazione interiore: saranno le spinte che li orienteranno verso la luce ed a compiere la Grande Opera.
Per volonta' del Supremo e nel rispetto dell'Uomo
18 marzo 2004-18° giorno del terzo mese del 690° anno della messa al rogo del G.M. Giacomo di Molaydalla Commanderia GeneraleG.M. Leonardo B. Romano
COMUNICATO AGLI INTERESATI :
Chi e’ interessato e desidererebbe aderire a questo
ORDINE ORTODOSSO DEGLI ODIERNI CAVALIERI TEMPLARI
puo’ richiedere maggiori delucidazioni in merito inviando una E-mail a :
templatecavalieri@libero.itOPPURE
compilando in ogni sua parte la scheda di richiesta di appartenenza all’Ordine e inviandola alla Commanderia Generale dell’Ordine Ortodosso degli Odierni Cavalieri Templari
Via Carbonari 6
82019 SANTAGATA DEI GOTI (BN)